E’ stata presentata alla Camera la proposta dell’Ordine dei giornalisti  per la riforma della professione. In apertura, nell’affollatissima sala stampa di Montecitorio, si sono avuti i saluti istituzionali dell’on. Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera, e dell’on. Stefania Ascari, della Commissione Giustizia.

Al tavolo erano presenti, oltre ai due parlamentari, il presidente nazionale dell’Ordine Carlo Bartoli, la segretaria nazionale Paola Spadari, il presidente della Commissione Riforma del Cnog Riccardo Arena e il consigliere Nicola Marini, anch’egli componente della Commissione Riforma. In sala presenti anche le deputate Naike Gruppioni e Francesca Ghirra.

“Questa proposta è innovativa, importante, coraggiosa e un buon punto di partenza per quello che deve essere il necessario dialogo del legislatore con tutte le categorie del settore” – ha affermato di Federico Mollicone, presidente della VII Commissione Cultura della Camera – “Abbiamo più volte ribadito l’importanza del pluralismo dell’informazione, che sappiamo essere la struttura di un sistema parlamentare democratico” aggiunge. L’impegno della politica “verso il giornalismo non deve essere solo teorico ma concreto. La salvaguardia delle industrie editoriali significa anche tutela del pluralismo e dei posti di lavoro”. Mollicone ricorda a questo proposito anche l’approvazione della legge contro la pirateria digitale estesa, tra i vari campi, a tutta la filiera dell’audiovisivo e dell’editoriale. Si continuerà “a tenere la guardia alta per la protezione del lavoro del giornalista e del settore editoriale” anche rispetto “alla concorrenza sleale dell’intelligenza artificiale”.

Quello di oggi “è un punto di inizio importante per la proposta di riforma della professione giornalistica e vuole essere anche un invito al Parlamento a portarla avanti”. Lo ha sostenuto dice Stefania Ascari, componente della commissione Giustizia della Camera durante la conferenza stampa di presentazione a Montecitorio della proposta di riforma della professione giornalistica varata all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Ordine lo scorso luglio. “È una riforma necessaria perché la legge è del 1963 e necessita di aggiornamenti – aggiunge – anche alla luce di internet che ha stravolto ogni aspetto della società, incluso il mercato dell’informazione”. È necessario “estendere i confini del giornalismo a tutti i campi in cui si fa informazione”. Il web “è meraviglioso ma vanno messi degli argini per tutelare i cittadini dalle fake news, l’informazione manipolata e dal linguaggio d’odio che colpisce sempre più soprattutto le giornaliste donne”.

Carlo Bartoli presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti osserva che “presentiamo solo una bozza e non una proposta di legge predefinita, come elemento di rispetto nei confronti del Parlamento, da cui ora attendiamo spunti e indicazioni. La speranza è che all’unanimità registrata nel Cnog faccia riscontro una proposta di legge unitaria firmata almeno da un esponente di ogni gruppo parlamentare, in modo da assicurare un cammino spedito in aula”. Vogliamo la qualificazione del lavoro giornalistico – aggiunge –  cui servono certamente esperienze e conoscenze ma anche un corredo culturale di livello universitario; e anche una modifica nell’ambito delle sanzioni disciplinari. Dopo 60 anni, la legge 69 del 1963, votata quando ancora non esisteva Internet, va radicalmente modificata. Allora vivevamo in un altro mondo, era un altro pianeta”.

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