// di Francesco Cataldo Verrina //

Costanza Alegiani è un’artista colta, intelligente, assai preparata, che da sempre propone un repertorio di brani originali e tradizionali ricchi di storia, ai quali riesce a donare nuova linfa vitale. Laureata con il massimo dei voti in musica Jazz al Conservatorio di Frosinone e in filosofia alla Sapienza di Roma, rispettivamente con una tesi su Carla Bley e su Albert Camus, Costanza ha studiato canto jazz con Diana Torto, tra gli altri, e ha poi approfondito la sua tecnica vocale con Sabine Meyer, per la musica contemporanea, e con Angela Bucci per la musica barocca. Tra le sue maggiori influenze ed i suoi riferimenti musicali ci sono nomi tutelari del folk-rock, del jazz e del cantautorato, anche italiano. Tra i cantautori italiani, quello più vicino al jazz, almeno per forma mentis, è certamente Lucio Dalla, a cui l’artista romana ha dedicato un tributo assai particolare, arricchendo le canzoni del cantautore bolognese di inedite tonalità e sfumature cromatiche, grazie ad un modulo espressivo e ad un sistema di arrangiamenti che alternano liricità acustica a momenti più elettrici.

Costanza descrive così la sua creatura: «Lucio dove vai? è un progetto nato per caso, un anno fa, come spesso capita con le cose più belle della vita. Questo album vuole essere la fotografia di un anno vissuto insieme alla voce e alla musica di Lucio Dalla; un nucleo di canzoni fatte di poesia e libertà, che mi hanno trasportato in volo fino a una casa ideale dove non ho mai vissuto, ma che ho sempre conosciuto, come nei sogni più intimi. Ognuna di queste canzoni conserva un’anima irriducibile, senza compromessi, anarchica; e ognuna restituisce una storia dove le parole hanno il potere della poesia, che le tramuta in sogno, in bambino, in animali, in desideri, in uomo e donna, in mare. Il mare profondo che Lucio Dalla amava moltissimo, a cui ha dedicato alcune fra le sue note più ispirate. Un mare di pensieri e spazi ancora insondati, che lascia la domanda «Lucio dove vai?» ancora aperta, un’eco che risuona, in quella luce del tramonto».

Costanza Alegiani, voce e tastiere, insieme al Trio Folkways (con Marcello Allulli sax tenore e Riccardo Gola contrabbasso, basso synth e live electronics), ha presentato «Lucio dove vai?» il 4 Marzo 2023 alla Casa del Jazz di Roma. Una data fatidica legata al cantautore bolognese che in quel giorno averebbe compiuto ottant’anni. Lucio Dalla era nato il 4 Marzo 1943. L’album è stato prodotto e pubblicato dal Parco della Musica Records e dalla Fondazione Musica per Roma con la partecipazione di due importanti guest, Antonello Salis alla fisarmonica e Francesco Diodati alla chitarra. La Alegiani ha scelto con estrema cura otto punte di diamante del repertorio di Dalla, quelle meno «commerciali» che conservano l’anima irriducibile, più libera, meno condizionata, senza compromessi ed anarchica dell’autore, i brani più jazz nel mood, anche se non propriamente nella struttura armonica. Un corpus compositivo pregevole, ricco melodicamente e di una cifra autoriale inconfondibile, magnificato dal recupero di una cantabilità contemporanea e non manieristica. Costanza Alegiani canta Lucio Dalla ma lo fa alla sua maniera, imponendo la propria personalità ed evitando il calligrafismo o il calco karokeistico.

Siamo di fronte ad un progetto che si mostra tutta la sua originalità sin dalle prime battute, elaborato attraverso la rivisitazione di alcuni classici del primo Lucio Dalla scelti dal repertorio degli anni ’60 e ’70, legato alla collaborazione con il poeta Roberto Roversi: «La Canzone di Orlando», un testo onirico interpretato in maniera profonda, ma sospesa al contempo; «Carmen Colon», la storia di un dramma di cronaca nera narrata attraverso un blues tagliente e terreno; «La Casa in Riva al Mare» che amplifica alla perfezione un senso di moderno smarrimento, fatto di malinconia e di antica disperazione; «Lucio Dove vai?» è la riscoperta di una vera rarità, la canzone era contenuta nel primo 45 giri di Lucio pubblicato nel 1964, «Il Coyote», che rappresenta la competizione tra il terreno ed trascendente o l’ignoto, ma anche il desiderio di trasformazione dell’umano in un animale scaltro e notturno, udibile ma difficilmente visibile; «Anna Bellanna», una storia d’amore e di sangue narrata con profonda liricità; «Due ragazzi» un inno senza tempo alla speranza, adattabile alla contemporaneità; per concludere «Anidride Solforosa», il cambiamento urbano e sociale delle città italiane degli anni ’70, soffocate da una modernità caotica e inquinante, che oggi ritrova tutta la sua attualità.

In generale si potrebbe dire che, con «Lucio dove Vai», impreziosito dalla bellissima foto in copertina del cantautore scattata da Luigi Ghirri, la scelta operata da Costanza Alegiani abbia, costantemente, un profondo legame con quella letteratura musicale i cui temi toccano sentimenti e stati d’animo personali ma al contempo universali e, comunque in grado di non perdere il contatto con l’hic et nunc. Una rappresentazione di sentimenti comuni, anche molto scomodi, in grado di dare voce a visioni e paure, immagini surreali, ricordi, confessioni, sempre alimentati da un personale desiderio di libertà espressiva.

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