// di Francesco Cataldo Verrina //

Quando il band-leader in progetto discografico è il bassista, diventa necessaria una premessa: la sezione ritmica sembra galleggiare morbidamente guidata dal walking del basso, la batteria scende a più miti consigli divenendo più controllata, così come il pianoforte risulta più equilibrato e meno dominante; per contro la prima linea, nello specifico gli strumenti a fiato, appaiono più esplorativi, srotolando l’impianto tematico attraverso una narrazione melodica che sembra mantenere il tono caldo ed avvolgente delle corde del basso. È quanto accade nel nuovo disco di Massimiliano Rolff, un lavoro plurale fatto intrecci stilisti, melodici e ritmico-armonici provenienti dai quattro punti cardinali della musica, come venti creativi che spirano da ogni direzione dello scibile sonoro.

«Adventures On Magia» di Massimiliano Rolff, pubblicato dall’austriaca Chellenge Records, è un disco levigato, privo di strattoni virtuosistici ed anfrattuosità emozionali, forte di un concept scritto interamente dal titolare dell’impresa per un ensemble di dodici elementi, il quali esprimono un jazz a maglie larghe suonato in maniera temperata e mercuriale al contempo, in cui s’insinuano elementi molteplici, propedeutici ad un melting-pot equilibrato e mai eccessivo nei dosaggi. La musica di Massimiliano, che si sostanzia in un cospicua discografia di nove titoli in qualità di leder e compositore, è basata su una profonda conoscenza della tradizione jazzistica unita ad un gusto personale per la composizione, tanto da diventare negli ultimi anni un punto di riferimento per molti amanti della musica jazz in Italia e non solo. In oltre venticinque anni di carriera alla guida delle proprie band, il bassista genovese ha suonato ininterrottamente in tutto il mondo, al fianco di alcuni dei più rinomati jazzisti. Questo suo peregrinare in lungo ed in largo per le strade del jazz gli ha consentito di acquisire una mentalità aperta e permeabile alle istanze sonore più disperate: tra influenze latine che sposano i colori e gli umori dell’Europa continentale e mediterranea o che partono dalla tradizione afro-americana puntando lo sguardo verso le musiche del Sud del mondo. Al quintetto Magia, formato da Massimiliano Rolff contrabbasso, Hector Martignon Piano, David Pastor tromba, Mario Principato percussioni, Ruben Bellavia batteria, si aggiungono Gianni Virone alto sax, Giampiero Lo Bello tromba, Humberto Amésquita trombone, Roberto Piga e Laura Sillitti violino, Daniele Guerci viola e Arianna Menesini violoncello.

«Adventures On Magia» è quasi un manifesto programmatico, un titolo emblematico che sottolinea il carattere esplorativo di una jazz espanso che si muove liberamente senza barriere architettoniche, dogane o pedaggi da pagare, capace cogliendo la magia dell’inculturazizone fra terre di confine e l’intrigo del meticciato sonoro. L’album contiene undici tracce, tutta farina del sacco del contrabbassista ligure, perfettamente collocate all’interno di una formula narrativa efficace, caratterizzata da un sound vibrante ed estroverso, pressoché palpabile e dotato di una percettibilità audiotattile. L’opener è affidato a «Where Do We Belong?», introdotto da contrabbasso del band-leader e magnificato dal pianoforte zampillante di Hector Martignon, assume le sembianze di un componimento tridimensionale che si muove tra flavour latino, mood tipicamente jazz-swing e qualche accentazione nordeuropea tracciata dagli archi, mentre il basso di Rolff guida il convoglio dalla retrovia, complici la batteria e le percussioni. La melodia è avvolgente ed a presa rapida, quasi cantabile. «Capo Noli» è un costrutto orchestrale fitto di sfumature e cambi di passo, che riporta alla mente il modus operandi di Count Basie, sia pure inserito in contesto più moderno e non marcatamente blues. «La Luz de April» è una ballata mid-range dal flessuoso movimento latino magnificato dall’interplay fra contrabbasso e pianoforte, a cui gli archi, a tratti, aggiungono un sapore vagamente retrò. «Dance Now» è quasi una danza liberatoria, un gesto apotropaico caratterizzato da un ritmica tribale quantizzata che si fortifica nel gioco dei contrasti apportati dalla sezione fiati e dal pianoforte, mentre il basso funge da regolatore e da indicatore di marcia.

«La Tua Canzone» assume le fattezze di una ballata brunita dai toni crepuscolari e dai cromatismi caldi e profondi, in cui pianoforte, tromba e contrabbasso si scambiano promesse per l’eternità. «Radici» è un robusto peana metropolitano impiantato su una ritmica robusta dai contrafforti funkified, a cui il contralto di Gianni Virone, in combutta con gli archi, aggiunge qualche stilla soul liofilizzato, mentre pianoforte e basso garantiscono la tenuta della struttura armonica. «Away» si materializza come una ballata tenue e sommessa, simile a una camera di decompressione, dove l’intreccio strumentale, simmetrico e lineare, somiglia ad una forma geometrica dalle precise angolature melodiche tracciate con un goniometro. «Mediterraneo Chant» s’immerge in un mare magnum di sonorità che si moltiplicano unendo i lembi di ritmiche afro-caraibiche ed essenze melodiche euro-africane. «Folks» diventa un viaggio a ritroso nel memoria, da cui emergono echi lontani di una melodia antica adagiata su un pianale di tipo cameristico. «Magia» è lo scrigno che contiene tutti le componenti dell’album, quasi una summa del complesso sistema sonoro ammannito da Rolff e compagni, ricco di spunti tematici e narrativi. In chiusura «Semplice (The New Year Song)» chiude l’album in punta di piedi in maniera elegante e raffinata, con un buon auspicio per l’anno che verrà, forse con un senso di appagamento e di serenità per aver condotto in porto la nave. «Adventures On Magia» di Massimiliano Rolff èun disco ammaliante, e di rara bellezza formale e sostanziale, che appaga il fruitore al livello polisensoriale trascinandolo in una dimensione olistica.

Massimiliano Rolff

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